Quella colata di cemento sulla Puglia
Giuseppe Salvaggiulo ha curato il capitolo dedicato alla Puglia del libro la "Colata" edito da Chiarelettere. Eccone un´anticipazione.
di GIUSEPPE SALVAGGIULO
Sei ancora sulla terra, ma ti senti gia in mare. E un luogo dello spirito, il promontorio di Santa Maria di Leuca. Tacco d´Italia, finis terrae, estremo lembo di roccia che diventa l´arena naturale dove fanno a pugni due mari, Ionio e Adriatico. Il grande spiazzo lastricato, la colonna corinzia, il porticato, la croce monumentale, il faro e la basilica. Ovunque, intorno, il mare. Quando credi che qui tutto finisca, ti accorgi che comincia il Mediterraneo.
Ogni anno migliaia di pellegrini raggiungono questo eremo. Pregano e poi s´affacciano sul mare. Se arrivano da lontano, i pellegrini sostano nella vicina pensione gestita dalla Curia: camere a partire da 25 euro a notte. Un turismo sobrio e silenzioso come s´addice a Leuca. Ma davvero poco remunerativo, al cospetto di altri luoghi dello spirito come la vicina San Giovanni Rotondo.
E all´esterno parcheggio per i pullman, centri di accoglienza e ristoro, percorsi panoramici, giardino terrazzato, negozi per gadget religiosi e prodotti tipici locali, sagrato allargato per ospitare un festival internazionale lungo una settimana. Costo previsto: sette milioni di euro.
Ma i soldi sono l´ultimo dei problemi. La Curia confida nella generosità dei pellegrini e, in subordine, in quella degli enti pubblici. Alla vista del plastico, gli ambientalisti inorridiscono. Ribattezzano l´ampliamento del santuario «l´ecomostro di Dio» e avviano una raccolta di firme. Tutte le domeniche, anche d´inverno quando il vento non dà tregua, occupano il sagrato e accolgono i fedeli con striscioni feroci: «A Leuca e nel Salento servono più preghiere e meno cemento». La raccolta di firme contro il progetto trova ascolto anche negli ambienti cattolici. E perfino tra altri sacerdoti, che diffidano delle manie di grandezza. Ma don Giuseppe non si arrende e ribatte con la stessa moneta. Arringa i parrocchiani con infuocate omelie contro «gli agnostici, i razionalisti e gli atei ambientalisti». Il primo passo è l´approvazione della variante urbanistica da parte del Comune. I motivi di perplessità non mancano: il promontorio è compreso nel parco naturale istituito dalla Regione nel 2006, quindi protetto da un vincolo di inedificabilità pressoché assoluta. Inoltre è vicino a un´area archeologica. Per limitare l´impatto visivo della nuova struttura, alta tredici metri, il progetto prevede addirittura un parziale sbancamento del promontorio.
Repubblica Bari, domenica, 04 luglio 2010