La raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti: un affare che riguarda tutti.
di Giuseppe Dambrosio
L’Italia, secondo la normativa nazionale, avrebbe dovuto raggiungere l’obiettivo del 35% di raccolta differenziata entro il 2006, del 40% entro il 2007, del 45% entro il 2008, del 50% entro il 2009, del 60% entro il 2011 e del 65% entro il 2012. Dalle ultime rilevazioni dell’ISTAT, invece, il “Bel Paese” risulta in ritardo rispetto agli standard stabiliti con una percentuale di raccolta differenziata che si attesta sul 31,7% (dati 2009).
Le regioni più virtuose della nazione, che hanno raggiunto abbondantemente gli obiettivi stabiliti per il 2009 sono risultate quelle del nord-est con capofila il Trentino Alto Adige con il 57,8% e il Veneto con il 57,5% che hanno superato di circa 7 punti gli standard imposti dalla normativa; per pochissimo non sono riuscite a centrare l’obiettivo il Friuli-Venezia Giulia con il 49,9% e il Piemonte con 49,8%; Lombardia ed Emilia Romagna hanno centrato appena l’obiettivo del 2008, la Sardegna del 2007, la Valle d’Aosta e la Toscana appena quello del 2006. La Puglia, insieme alle altre regioni meridionali, è ben al di sotto dell’obiettivo previsto per il 2006 con una percentuale che si aggira intorno al 15%. Gli ultimi dati del 2011 non cambiano dii molto la situazione, la Puglia risale di appena due punti raggiungendo il 17%. Se si prendono in considerazione i dati forniti da Legambiente sui “Comuni Ricicloni” riferiti al 2011, si scopre che 1290 comuni italiani (per un totale di 8.136.837 abitanti pari al 13,4% della popolazione italiana) hanno superato l’asticella del 60% della raccolta differenziata. Se a questi si aggiungono i 448 che hanno superato il 50% di raccolta, si arriva alla quota di 1738 comuni che sono a posto con la legge dello Stato. Al Sud invece si riconfermano le performance positive di pochi comuni, Salerno che ha ormai collaudato a fondo il nuovo sistema di raccolta porta a porta a cui si aggiungono tre capoluoghi sardi (Carbonia, Oristano e Nuoro) e un altro campano, Avellino. Per quanto riguarda il comune di Altamura il trend è scandaloso: dal 10% del 2009 si è raggiunto il 13% del 2011 passando per quello più basso (8,50%) del 2010. Senza alcun dubbio, nella nostra realtà ha prevalso la logica dei proprietari di discariche, la logica di chi ha inferto ferite mortali al nostro territorio e i dati parlano chiaro: nel 2011 l’83% dei rifiuti prodotti dai pugliesi viene conferito nelle discariche, con punte dell’86% nell’ATO BA4 (Altamura, Cassano,delle Murge, Gravina di Puglia, Grumo Appula, Minervino Murge,Poggiorsini, Santeramo in Colle, Spinazzola, Toritto). E allora, perché non si riesce a porre fine a questa vergogna? Una parte della colpa è certamente dei cittadini poco abituati a praticare la differenziata, ma non si possono sottacere le gravi responsabilità di una classe dirigente regionale e locale che non si è spesa per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e che non ha saputo adottare strategie vincenti nel breve e nel lungo periodo. Il solo dato certo, che ricade sui cittadini, è il costante aumento della TARSU e dell’ecotassa. Soltanto qualche tempo fa (fine marzo scorso), proprio perché non se ne poteva fare a meno, l’attuale assessore regionale all’ambiente Lorenzo Nicastro ha commissariato ben 46 comuni pugliesi che non sono riusciti a varcare la miserevole soglia del 15% in materia di raccolta differenziata e che non hanno presentato progetti e proposte per avvalersi dei fondi FESR 2007-20013 per il ppotenzaimento del dervizio. Eppure nella Regione Puglia non mancano comuni virtuosi come quelli emergenti di Rutigliano e San Severo per citarne solo alcuni. Nel primo centro (15.000 abitanti) la raccolta differenziata ha avuto una progressione impressionante. Si è passato dal 14,91% di ottobre 2011 al 55,66% di novembre per raggiungere il 78% di gennaio 2012. La strategia vincente è riassunta in maniera efficace dal sindaco: “Aver tolto dalla strada tutti i cassonetti e aver esteso la raccolta differenziata domiciliare a tutto il territorio comunale, sia alle utenze domestiche che a quelle non domestiche, è un’azione assolutamente imprescindibile. I cassonetti danno agio di disfarsi di ciò che si vuole senza farsi troppi problemi.” La stessa città di San Severo (55.000 abitanti) è passata, nel giro di pochi mesi, dal 20% a oltre il 50%, estendendo a tutti i quartieri un efficace porta a porta che ha arrecato notevoli benefici alle tasche dei cittadini. Ma se si vuole guardare con lungimiranza al futuro, l’unica strategia vincente è quella lanciata da Paul Connett denominata “Zero Waste” (Zero Rifiuti), il professore emerito di chimica ambientale all’Università St. Lawrence di Canton di New York è stato ad Altamura invitato dal “Circolo delle Formiche” e dal “Grillaio cittadino”. A questo approccio, basato sulla riduzione spinta della produzione dei rifiuti, si ispira l’esperienza “Tutto Sfuso”, promossa dall’associazione “Il Circolo delle Formiche”, un punto vendita al dettaglio di detersivi e alimenti alla spina, un modo per cambiare, nel piccolo, le abitudini relative alla produzione dei rifiuti, un grande passo verso un graduale e generale miglioramento della qualità della vita della nostra comunità. La peculiare specificità di Tutto Sfuso è quella di nascere come iniziativa dal basso: 230 i cittadini, con contributi volontari, hanno reso possibile l’apertura del negozio, coprendo i costi di avviamento. Grazie alle distintive caratteristiche dell’iniziativa, Tutto Sfuso è stato selezionato tra i 19 progetti di comunicazione, informazione ed educazione allo sviluppo sostenibile selezionati dalla Regione Puglia attraverso il CREA (Centro Regionale di Educazione Ambientale), nonché inserito tra le azioni validate che hanno animato la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti dal 19 al 27 novembre 2011. Incentivando il pubblico a portarsi da casa qualunque contenitore usato in plastica per l’acquisto dei prodotti liquidi (detersivi), dal 22 novembre 2011 al 30 marzo 2012 si è contribuito a ridurre una quantità di plastica pari a circa kg. 250 (circa 4.200 flaconi) che altrimenti sarebbe finita nell’ambiente. Il tutto è reso visibile da un display a Led situato nel punto vendita che viene continuamente aggiornato. E’ dalle buone pratiche che bisogna partire per invertire la tendenza: l’aumento della raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio insieme alla drastica riduzione della produzione dei rifiuti sono gli indispensabili strumenti che possono garantire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica del un paese. A tutti e a ciascuno le proprie responsabilità.
Altamura 15.04.2012