A dieci anni dal sacrificio di Vassallo, Pollica resta un esempio. E non è sola
di Antonio Maria Mira
Il 5 settembre 2010, alle 21,45, nove colpi di pistola fermavano la vita di Angelo Vassallo, il "sindaco pescatore" di Pollica (Salerno) simbolo della buona amministrazione. Dopo dieci anni ancora non sono stati scoperti i responsabili, ma la vita del coraggioso primo cittadino continua a dare buoni frutti, anche in questa estate del Covid-19. «Evidentemente si può morire di buona amministrazione. Di amore per la propria terra. Da soli, di notte, secondo il più classico stile camorrista. Forse troppo soli». Così scrivevo dieci anni fa. E ancora oggi la "buona amministrazione" dà fastidio. Lo dimostra l’attenzione che il ministero dell’Interno sta dando alle intimidazioni contro gli amministratori locali. Nell’ultimo rapporto annuale, relativo al 2019, ne vengono registrati ben 654 con un aumento dell’11% rispetto al 2018 quando erano stati 589.
Ma dieci anni fa tutta questa attenzione non c’era. Eppure Vassallo era davvero un simbolo. Aveva trasformato il suo paese, e in particolare la frazione marina di Acciaroli, in un esempio di valorizzazione della propria terra. Da lì era partito il progetto, poi approvato, di far riconoscere dall’Unesco la dieta mediterranea come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Cibo, bellezze naturali, accoglienza e servizi. Proprio dieci anni fa, nel giugno 2010, Pollica , gioiello del Cilento, dopo dodici anni di "top ten" era stato riconosciuto da Legambiente e Tci come il miglior comune marino d’Italia. Acque pulite, spiagge da sogno, ma non solo. «Venga a vedere se davvero meritiamo questo riconoscimento», mi aveva detto. «Volentieri ma ho un figlio disabile», risposi. «Non si preoccupi, tutte le spiagge sono accessibili». Ecco la buona amministrazione, così come l’altissima percentuale di raccolta differenziata, la dura lotta all’abusivismo edilizio, il piccolo ma efficientissimo porto, le iniziative culturali.
Un’eredità che Pollica non ha tradito. Da allora non è mai uscita dalla "top ten", e anche quest’anno è tra i premiati. Ma non da sola. La memoria del "sindaco pescatore" è diventata impegno in altri comuni del Cilento e della costa salernitana. Anche in questa difficile estate del Covid19. Estate da record. A luglio le presenze sono cresciute del 40% rispetto al 2019 e anche i dati di agosto confermano la crescita. Malgrado questo il paese è rimasto "Covid free", nessun contagio. «Ci hanno scelto per quello che abbiamo realizzato in questi anni – sottolinea soddisfatto il sindaco Stefano Pisani, amico e collaboratore di Vassallo – ma abbiamo fatto fatica a reggere la pressione. L’assalto al territorio non ci piace, vogliamo che le persone che vengono vivano il territorio. Per questo penso che andremo verso il numero chiuso». Già in questa estate ci sono stati controlli e regole severe, come la chiusura dei locali alle 2. «Dopo iniziali proteste anche i gestori hanno capito e sono stati d’accordo". Ma, aggiunge Pisani, «quello che ci ha salvati, come in tanti piccoli centri, è stato il tessuto sociale, il senso di comunità. Ma ora i dati ci impongono nuove sfide, accelerando il percorso indicato da Angelo per un turismo sostenibile, valorizzando oltre al mare anche le aree interne». Così sono stati ripristinati ben 53 chilometri di sentieri che questa estate sono stati frequentatissimi. In questi giorni è partita una "summer school" per giovani sulla dieta mediterranea realizzata con la Fao. E un progetto per esportare in Cina i prodotti del Cilento.
Un successo che può attirare "appetiti". «Ormai hanno capito che da noi non si fanno affari sporchi, ma non possiamo abbassare la guardia». Così è stato da poco approvato il nuovo piano urbanistico, con la riduzione delle nuove costruzioni puntando sulla riqualificazione. «Angelo è stato un faro che non si è mai spento».
Avvenire, 5 settembre 2020