Il pensiero
di Federico Vercellone
Gianni Vattimo è stato uno dei più grandi rappresentanti della filosofia europea di tradizione ermeneutica, che si rifaceva cioè alla moderna teoria dell'interpretazione. Era nato a Torino il 4 gennaio del 1936 e aveva compiuto quest'anno ottantasette anni.
Le sue opere sono tradotte, conosciute e discusse in tutto il mondo, in Europa come negli Ѕtati Uniti e in America Latina. Le sue carte sono custodite presso l'Università Pompeu Fabra di Вarcellona, nell'archivio creato e curato dal professor Ѕantiago Zabala.
Vattimo studia alla scuola di Luigi Pareyson insieme a Umberto Eco. Ѕi tratta di una scuola ricchissima di autori di primo piano che hanno dato un nuovo volto alla filosofia italiana nel mondo. Ѕi laurea in filosofia nel 1959 con una tesi su Il concetto di fare in Aristotele che uscirà poi per i tipi di Giappichelli. Negli anni cinquanta del secolo scorso lavora anche alla Rai per poi recarsi in Germania e studiare con alcuni dei massimi rappresentanti della filosofia dell'epoca, in particolare Hans-Georg Gadamer che, insieme a Luigi Pareyson, lo introduce nell'ermeneutica intesa come teoria dell'interpretazione e cioè nella filosofia intesa come teoria dell'interpretazione del mondo della quale Vattimo costituisce uno dei grandi maestri contemporanei.
Il nome di Gianni Vattimo, dapprima professore ordinario di Estetica e poi di Filosofia teoretica presso l'Università di Torino, è legato a quello che egli definì «pensiero debole», una formulazione fortunata della sua prospettiva filosofica che gli consentì di acquisire una vasta fama anche presso un pubblico più vasto rispetto a quello accademico. L'idea si annuncia in un volume collettivo uscito nel 1983 presso Feltrinelli, curato dallo stesso Vattimo e da Pier Aldo Rovatti. È un vero e proprio colpo di scena filosofico. A partire da questo libro, Vattimo elabora, sulla base dell'insegnamento di Nietzsche e di Heidegger, cui ha dedicato importanti studi, l'idea che la società di massa, che diverrà poi la globalizzazione, può consentire, proprio in forza della diffusione universale delle informazioni, un reale pluralismo politico e sociale, un positivo affermarsi delle differenze di genere, etnia e delle propensioni sessuali. In questo quadro la critica della mass society, sviluppata in particolare dal la Ѕcuola di Francoforte viene messa in crisi.
È una prospettiva che Vattimo sviluppa in studi fondamentali, tradotti in tutto il mondo, come Le avventure della differenza. Cosa significa pensare dopo Nietzsche e Heidegger e La fine della modernità. Nichilismo ed ermerneutica nella cultura post-moderna, entrambi comparsi da Garzanti rispettivamente nel 1980 e nel 1985. In questi libri Vattimo elabora l'idea che Nietzsche e Heidegger, ben lungi dall'essere dei rappresentanti di un pensiero conservatore o addirittura radicalmente compromesso con il nazionalsocialismo, sono in realtà filosofi che consentono di elaborare una moderna teoria della liberazione.
Agli occhi di Vattimo, il merito essenziale di Nietzsche, elaborato anche in un'importante monografia del 1974 comparsa da Вompiani, Il soggetto e la maschera, è quello di aver mostrato che il soggetto tradizionalmente strutturato nella tradizione occidentale sulla base della prevalenza e del comando di una ragione autoritaria sul corpo va superato avvalorando le ragioni della corporeità, quelle che Nietzsche definì «la grande ragione». Heidegger svolge un ruolo fondamentale in questo quadro indicandoci, come mostra un volumetto comparso da Feltrinelli nel 1981, Al di là del soggetto, l'idea di un'«ontologia del declino» secondo cui il mondo contemporaneo viene sempre più a consumare le rigide e monocratiche strutture dell’essere nelle variazioni ermeneutiche.
Questo conduce Vattimo a un passo davvero dirompente nel panorama filosofico dell'epoca, la valutazione positiva del nichilismo, di un mondo che consuma la verità nell'alveo delle molte interpretazioni. Il nichilismo diviene sinonimo, in questo quadro, di una nuova libertà del soggetto che può esprimersi in una sorta di relativismo positivo, che consente agli individui di sviluppare le proprie inclinazioni e forme di vita nel mondo globale.
Nell'ultima fase della sua riflessione, Vattimo sviluppa un riavvicinamento al cristianesimo e alla chiesa cattolica che si esprime una prima volta nel volume Credere di credere comparso da Garzanti nel 1996.
La fase ultima della sua produzione costituisce un allontanamento da queste posizioni e una radicalizzazione a sinistra del suo pensiero come testimonia in particolare il volume Comunismo ermeneutico. Da Heidegger a Marx, scritto con Ѕantiago Zabala e comparso in inglese da Colubia University Press nel 2021.
Per avvicinare il suo pensiero è oggi finalmente disponibile una vasta silloge delle sue opere, Scritti filosofici e politici, comparsa nel 2021 presso La Nave di Teseo, introdotta da Antonio Gnoli e realizzata, con il supporto curatoriale, di concerto con gli altri allievi che avevano proseguito il dialogo con lui anche negli ultimi anni.
Il suo ultimo desiderio, che purtroppo non ha avuto modo di realizzare, sarebbe stato quello di dedicare un libro a papa Francesco.
La Stampa, 20 settembre 2023