Nelle elezioni amministrative del 31 ottobre 1920, la lista dei Combattenti ebbe, nella provincia di Bari e ad Altamura, un notevole successo. Nel mandamento di Altamura, Fiore venne eletto consigliere provinciale
Con Michele Giannelli, esponente del partito conservatore, il primo con 2610 preferenze e il secondo con 2617. L’elezione dei due rappresentanti altamurani fu osteggiata da ricorsi che alimentarono una lunga campagna di diffamazione. Il responso delle urne fu ratificato dal Consiglio Provinciale nella seduta straordinaria del 30 giugno 1921 in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato.
Nella stessa tornata elettorale, Fiore fu eletto consigliere comunale, riportando 2621 preferenze. Il più suffragato dei consiglieri risultò Michele Giannelli con 2633 voti. In Consiglio Comunale furono eletti, oltre ad esponenti del ceto nobiliare e alto borghese, anche appartenenti alla classe subalterna (un meccanico, un sellaio, un muratore, un falegname, un calzolaio e un ortolano).
Il nuovo governo cittadino si resse sull’alleanza inedita tra la lista dei Combattenti e il partito dell’aristocrazia terriera guidato da Melodia, pensata in chiave “anticasista” e, quindi, antigiolittiana.
Fiore venne eletto sindaco della città di Altamura il 6 novembre 1920 alle ore 17.00, giorno in cui insediò anche la sua giunta formata da quattro assessori: il commerciante Vito Stasolla, il professor Gioacchino Ventura, l’avvocato Vincenzo Priore e l’imprenditore Vito Bolognese. Furono nominati assessori supplenti: Lorenzo Fiore di Nicola e Giovanni Denora, rispettivamente meccanico e contadino.
Il compito della nuova amministrazione fu molto difficile e Fiore ne parlò espressamente nella prima seduta di insediamento del 27 novembre 1920. Nel marzo del 1921 si misero le basi per una robusta ed efficace azione amministrativa.