La Repubblica italiana ha 70 anni

di Giuseppe Dambrosio

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Esattamente 70 anni fa l'Italia incominciava il suo percorso di libertà e di ricostruzione morale e civile, seppellendo definitivamente il regime fascista. Il 2 giugno 1946, si celebrava lo storico referendum Istituzionale che sancì il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica in Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Per la prima volta votarono le donne che rappresentarono una parte cospicua dell'elettorato.

L'esito finale è noto: la Repubblica ottenne 12.182.000 voti contro i 10.362.000 della Monarchia. Il 13 giugno, dopo la pubblicazione ufficiale dei risultati, Umberto II lasciò l’Italia e partì in esilio per il Portogallo. Presidente provvisorio della Repubblica venne eletto il giurista liberale Enrico De Nicola.

Nel nord Italia la Repubblica vinse in quasi tutti i centri urbani principali (il Trentino in testa), mentre al sud il voto fu quasi ovunque prevalente per la monarchia (a Napoli 900 mila voti per la monarchia contro neppure 250 mila per la repubblica; a Palermo quasi 600 mila contro 380 mila); a Roma i voti per la monarchia furono più di quelli per la repubblica, di poco (circa 30 mila schede).

In Puglia resisteva il sentimento monarchico e il risultato delle urne confermò la predilezione della popolazione pugliese per la casa reale. Infatti i risultati in termini di voti validi non lasciano dubbi:

nella provincia di Bari per la repubblica votarono in 190.662 (34,89%) per la monarchia 355.744 (65,11%);
nella provincia di Brindisi: Repubblica 35.351( 25,78%) Monarchia 101.795 (74,22%) ;
nella provincia di Taranto: Repubblica 70.655 (38,47%) Monarchia 112.999 (61,53%);
nella provincia di Foggia: Repubblica 129.743 (45,43%) Monarchia 155.852 (54,57%);
nella provincia di Lecce: Repubblica 41.370 (15,00%) Monarchia 234.459 (85,00%);

A favore della Repubblica votò soprattutto la popolazione dell'area tra la Murgia, il Gargano e l'Appennino dauno, zona dove il peso dei braccianti agricoli si faceva sentire.

Folta era la lista dei candidati pugliesi alla Costituente. Nelle fila della Democrazia Cristiana spicca la figura dell'altamurano Giacinto Maria Genco che sarà eletto senatore nelle successive elezioni del 1948. I "padri costituenti" pugliesi furono trentuno e contribuirono a scrivere la nuova Costituzione della Repubblica Italiana. .Eccone l'elenco completo:

ALLEGATO Luigi (PCI), ASSENNATO Mario (PCI), AYROLDI Giuseppe (Blocco Nazionale della Libertà), CACURRI Edmondo (DC), CAIATI Italo Giulio (DC), CICERONE Vicenzo ((Blocco Nazionale della Libertà)), CODACCI PISANELLI Guseppe (DC), DECARO Gerardo (DC), DE MARIA Bienamino (DC), DI VITTORIO Giuseppe (PCI), FIORITTO Domenico (PSI), GABRIELI Antonio (DC), GERMANO ATTILIO (DC), GRASSI Giuseppe (Unione Democratica Nazionale), GRIECO Ruggero (PCI), IMPERIALE Giuseppe (PCI), LAGRAVINESE Nicola (Fronte dell'Uomo Qualunque) LAGRAVINESE Pasquale (Blocco Nazionale della Libertà), MICCOLIS Leonardo (Fronte dell'Uomo Qualunque), MONTERISI Vito (DC) MORO Aldo (DC), MOTOLESE Alfonso (DC), PASTORE Alfonso (PCI), PERRONE Capano (UDN) PETRILLI Raffaele Pio (DC), RECCA Raffaele (DC), RODI Cesareo (Fronte dell'Uomo Qualunque), RUGGIERO Carlo (PSIUP), STAMPACCHIA Vito Mario (PSIUP), TRULLI Martino (Fronte dell'Uomo Qualunque). VALLONE Luigi (Unione Democratica Nazionale)

In prima linea, tra questi, le figure di Giuseppe Di Vittorio fondatore della CGIL, Aldo Moro, statista democristiano, Giuseppe Grassi noto per aver firmato come Guardasigilli la Costituzione della Repubblica Italiana del 1948.

I risultati del referendum ad Altamura videro la Repubblica ottenere il 41,60%, una media superiore a quella dei voti di tutta la Puglia che si attestava al 32,70%. Per l'elezione della Costituente l'affluenza al voto fu altissima: si recarono alle urne 18.034 votanti pari al 93,79% degli aventi diritto, la lista che ottenne il maggior suffragio fu la Democrazia Cristiana con il 48,85%, seguono, con molto distacco, il Partito Repubblicano Italiano con l'11,55%, l'Alleanza Repubblicana Italiana con il 9,21%, il Partito Comunista Italiano con l'8,04%, l'Unione Democratica Nazionale con il 7,80, Fronte dell'Uomo Qualunque con il 6,87%, il Partito Socialista di Unità Proletaria con il 4,93%.

Il 1946 fu anche l'anno delle elezioni comunali. Nella città murgiana, le sinistre ottenero la maggioranza in Consiglio Comunale ma non riuscirono a controllare la grave situazione economica e a indirizzare la massa dei braccianti, la disoccupazione raggiunse livelli intollerabili, gli agrari continuarono a spadroneggiare e a disertare le riunioni della commissione paritetica istitutuita ad hoc per offrire nuove possibilità di lavoro.

Non una celebrazione rituale e retorica ma una Festa che ricordi la nascita della democrazia nel nostro paese. Sandro Pertini, in un suo discorso, così si esprimeva: "Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi".