LA RESISTENZA DEI PUGLIESI AI NAZISTI
a cura di Giuseppe Dambrosio
Dall' 8 settembre e sino a metà di ottobre del 1943, la Puglia fu interessata dalle operazioni della Wermacht a seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943, i tedeschi intendevano rafforzare la presenza nell'Italia centro-meridionale e contrastare un eventuale sbarco degli anglo-americani. L'obiettivo dei nazisti era quello di distruggere le infrastrutture (porti, ponti, ferrovie, strade) ma deliberatamente colpìrono, con violenza inaudita, anche militari e civili.
Complessivamente 110 furono i morti nelle province di Foggia, Bari e Taranto: tra le stragi più efferate sono da ricordare, l'eroica resistenza di uomini, donne e ragazzi di Bari che difesero insieme il porto e la città vecchia a costo della loro vita (9 settembre 1943), l'eccidio dei vigili urbani a Barletta, i militari sbandati uccisi a Murgetta Rossi presso Spinazzola e l'eliminazione di diversi civili dell’Alta Murgia (Altamura, Gravina, Spinazzola, Santeramo).
Come risulta dall' "Atlante delle Stragi naziste e fasciste", pubblicato di recente e voluto dall'Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia, dall’Anpi e sostenuta dalla’ambasciata della Repubblica democratica tedesca, ad Altamura, durante la prima fase dell’occupazione nazista in Italia, 10 cittadini vennero uccisi dai tedeschi con mine o mediante fucilazione. Da documenti inviati dal sindaco di Altamura al Prefetto in data 26 giugno 1946 con oggetto “Esposizione crimini di guerra”, risultano i seguenti nomi: Busalin Giovanni, Danna Mario, Raggiopane Giovanni, Salari Dino e Vulcani Tullio, Campagna Pietro, Zucca Giuseppe. Campagna Pietro a cui si aggiunge quello di Cannito Antonio (un ragazzo di 16 anni) fucilato dai nazisti perché si era rifiutato di prestare la sua opera per aiutare gli ex alleati nei lavori di fortificazione.
Non si può dimenticare il ruolo di radio Bari che nei giorni della Resistenza fu la prima "radio libera d'Europa" che sperava nuovamente nella libertà. Da questo momento la radio divenne un punto d'incontro degli intellettuali (da Tommaso Fiore a Giovanni Gentile, Michele Cifarelli a Arnoldo Foà guidati da Benedetto Croce e Giovanni Laterza) e punto di riferimento per i partigiani che la difesero dagli attacchi dei tedeschi giunti in città. "Tutti gli intellettuali e artisti che rischiarono la vita per oltrepassare la linea Maginot e raggiungere Bari fornendo il proprio sostegno all'emittente, vennero definiti i 100 di Radio Bari, così dirà Tritto.