Tommaso Fiore
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Ecco i luoghi della vergogna dove internarono gli ebrei pugliesi
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E' morto a Bari Tommaso Fiore studioso del "meridionalismo"
dall'archivio de "La Stampa" articolo del 06.06.1973 - numero 131 a firma di M. Cand.
http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,
viewer/Itemid,3/page,0009/articleid,0149_01_1973_0131_0009_6159870/
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A Torino Tommaso Fiore lo scrittore amico di Gobetti
dall'archivio de "La Stampa" del 09.05.1965 a firma di fr. ant.
http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/
page,0007/articleid,0103_01_1965_0109_0007_5234132/
http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,page/id,0103_01
_1965_0109_0007_5234132&s=a49d37572d9c1beee
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Il Premio Viareggio diviso tra Fiore, Comisso e Anna Banti
dall'archivio de "La Stampa" del 24.08.1952 a firma di Prisco
http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/
pagina,0005/ ID articolo,0048_0 1_1952_0200_0005_12046315/
http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,page/id,0048
_01_195 2_0200_0005_12046315&s=a49d37572d9c1beee72519eea9fde3e6
http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0048_01_1952_0200_0005_12046315/
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La IV egloga di Virgilio
di Tommaso Fiore
Grazie al centro studi "Piero Gobetti" di Torino, è online, sulla rivista letteraria Il Baretti, il saggio di Tommaso Fiore sulla IV Egloga di Virgilio.
http://www.erasmo.it/baretti/fascicoloimg.asp?an=28&fas=og&ntit=2802&tipo=jpg&im=p
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La strage di Marzagaglia novant’anni dopo
di Alessandro Leogrande
Novant’anni fa, il primo luglio del 1920, in pieno biennio rosso, si consumava la strage di Marzagaglia di Gioia del Colle che si può definire la Portella della Ginestra pugliese, anche se maturata in un contesto storico differente. La polizia e l’esercito spararono su uomini e donne inermi per difendere gli agrari.
Novant’anni fa, il primo luglio del 1920, Gioia del Colle fu scossa da una strage di inaudita violenza. Si era nel pieno del «biennio rosso» alimentato dalle promesse non mantenute di dare la terra ai braccianti affamati e disoccupati tornati dalle trincee della Grande Guerra, e inasprito - a Sud, e soprattutto in Puglia - da nuove forme di rivendicazione: i contadini si recavano su un terreno, spesso incolto, lo lavoravano e alla fine della giornata pretendevano un compenso. Contro queste azioni si scatenò in quegli anni una violentissima repressione, oggi del tutto dimenticata. Basta rileggere le cronache dell’epoca per capire come quasi ogni giorno - nel Tavoliere, nelle Murge, in Salento, e in Sicilia, Lucania, Calabria, così come nella Pianura Padana - la polizia e l’esercito sparassero su uomini e donne inermi per difendere gli agrari, o, in alcuni casi, per difendere i mezzadri dei grandi latifondi che si trovano spesso in prima linea in quel cruento conflitto di classe: ex braccianti a loro volta, che pretendevano e volevano «ordine» più degli stessi proprietari.
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di Vito Antonio Leuzzi
Sicilia 1956, processo alla Costituzione
Questione meridionale: accadeva 50 anni fa. Le lotte in Sicilia condotte dal pacifista Danilo Dolci per riconquistare una dignità alla gente del Sud. In Puglia l'azione di Tommaso Fiore. Due volumi e un processo che destò scalpore internazionale
Ad alimentare 50 anni fa una presa di coscienza nazionale dell'enorme divario tra il Sud ed il resto dell'Italia, concorse la pubblicazione di un'ampia produzione meridionalista. Soprattutto i due saggi Il cafone all'inferno di Tommaso Fiore e Banditi a Partinico di Danilo Dolci. La pubblicazione dell'indagine di Fiore (in parte presentata sulla rivista di Calamandrei «Il Ponte» e su «Cronache Meridionali») avvenne per l'interessamento di Italo Calvino, uno dei responsabili editoriali della torinese Einaudi, che suggerì all'umanista di Altamura di agire il titolo originario, Quando non produrre il pane . Mentre il libro-denuncia di Danilo Dolci, edito da Laterza, si avvalse della presentazione di Norberto Bobbio.
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Lettere Dorso-Fiore
a cura di Attilio Morinari
Avellino, 9 luglio 1926
Carissimo Tommasino,
sono assai lieto di avere finalmente un recensore spregiudicato e competente come te, per quanto avrei preferito leggere che cosa quei signori di lassù pensano di noi e delle nostre tesi più care. Non ti offendere per questa leale dichiarazione: il tuo pensiero mi è noto e lo condivido per nove decimi, mentre non sono ancora riuscito a comprendere perchè sia nato e che cosa voglia il Quarto Stato. Per ora non si vede altro che un Aventino culturale, più grande e più nobile di quello politico, fortunatamente sepolto dalla stringente dialettica degli avvenimenti, ma non un gruppo omogeneo, con idee organiche, e soprattutto con una vera e propria impostazione meridionalista, che è quanto dire italiana, e non francese, tedesca, russa o tout court socialista. Tu mi intendi, e perciò con te posso adoperare degli scorci verbali, che mi dispensano da un più lungo discorso.
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Un “cafone” in URSS
di Alberto Asor Rosa
Ai molti volumi dedicati all’URSS da viaggiatori italiani (scrittori, scienziati, giornalisti, o semplici turisti), se ne aggiunge ora uno di Tommaso Fiore, Al paese di Utopia (Leonardo da Vinci, Bari 1958), che si fa leggere con interesse e piacevolezza, per una sua qualità (che del resto è permanente nell’autore) di precisione e di gusto insieme. Tommaso Fiore non ha bisogno di presentazioni ai lettori di M.O. Un popolo di formiche e Un cafone all'inferno sono testi classici della nostra letteratura meridionalista, sono, vorremmo aggiungere, prove di forza di una intelligenza bene educata e soprattutto di una solida coscienza socialista.
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Tommaso Fiore Il meridionalista dei contadini
di Sergio Tanzarella
Norberto Bobbio ha ben sintetizzato in un suo giudizio l'impegno e la testimonianza di Fiore:
"Parli di poesia o di politica, di letteratura o di scuola, Fiore propone o ripropone nei suoi discorsi sempre due temi fondamentali. Il primo è la nobiltà dell'uomo; di tutti gli uomini, per cui non dobbiamo mai stancarci di sondare in ognuno dei nostri simili il fondo di umanità, e di farne risaltare l'essenza profonda. Di qua la sua fiducia, mai venuta meno, nei giovani, la sua vocazione pedagogica [...]. Insieme con la nobiltà, il secondo tema è quello connesso alla sofferenza dell'uomo, che è alcune volte abiezione, tanto bassa da cancellare ogni vestigio di dignità, ma che deve essere compresa e più che compresa assunta come un peso da portare, come una responsabilità da assolvere, come un compito da assolvere, come un compito da seguire, perché in questo modo soltanto può essere redenta". [...].
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Bibliografia di Tommaso Fiore
Le opere letterarie
Eroe svegliato asceta perfetta , Gobetti, Torino 1924.
Uccidi (Taccuino di una recluta) , Gobetti, Torino 1924.
Un popolo di formiche (pref. di M. Rossi Doria), Laterza, Bari 1978.
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a cura di Giuseppe Dambrosio
Tommaso Fiore (Altamura 7 marzo 1884 – Bari 4 giugno 1973) fu una figura originalissima di intellettuale meridionale che seppe unire la preparazione solida letteraria all’impegno sociale e politico a fianco della povera gente del sud Italia, soprattutto della popolazione rurale. Fedele alle sue origini, “il figlio del muratore e della tessitrice deve portare in ogni cosa, sin dall’infanzia, uno spirito critico di opposizione”.